In Giappone, il tatami sostituisce il letto, le sedie, il tavolo, il divano e persino il pavimento.
I tatami vengono confezionati con stoppie di riso, rese uniformi e legate con una robusta corda, sono rivestiti esternamente da una stuoia di paglia e raggiungono uno spessore complessivo di circa 6cm.
I margini sono squadrati con estrema precisione e i due lati più lunghi sono orlati con una larga fettuccia di lino nero o cotone (quelle più pregiate sono addirittura decorate con motivi ornamentali.
Quando si cammina sul tatami, esso cede leggermente sotto la pressione del piede nudo e attutisce i rumori: per questo motivo, i giapponesi lasciano le scarpe all'esterno dell'abitazione.
Prima di coricarsi, sul tatami viene steso un futon e una trapunta: il letto è quindi pronto. Al mattino, tutti questi oggetti vengono chiusi in un grande armadio a muro e la casa riacquista
l'atmosfera semplice e tranquilla tipica delle dimore giapponesi.
A primavera, durante le prime giornate di sole, i tatami vengono portati all'esterno per arieggiarli, appoggiati a due a due come carte da gioco.
I tatami sono composti di tre parti:
La paglia utilizzata per i tatami deve essere lunga ma, poichè la moderna mietitura meccanizzata la trancia in pezzi troppo piccoli per essere intrecciati, il Giappone è dovuto persino ricorrere
all'importazione da Taiwan o dalla Cina. Ciò non fa che confermare il grande valore simbolico del tatami nella tradizione - anche moderna - giapponese.
I margini dei tatami sono squadrati con estrema precisione, così da permettere di affiancarli e allinearli con facilità. Di conseguenza, i tatami sono diventati anche una tradizionale
unità di misura delle stanze giapponesi, utilizzata anche quando la pavimentazione è in legno o altro materiale. In tal caso, il tatami è detto "jù" e misura 190x80cm (anche se i
tatami possono avere altre dimensioni).
La lavorazione artigianale dei tatami viene affidata a più artigiani, specializzati ognuno nella produzione di una delle tre parti che lo compongono o nel suo assemblaggio e rifinitura.
Non di rado, in alcuni luoghi del Giappone si possono incontrare artigiani davanti alla porta della propria casa: chi accucciato vicino ad un basso telaio, chi intento ad intrecciare e legare le stoppie,
chi assorto nella rifinitura.
I materiali che compongono i tatami sono tutti completamente biodegradabili.
Pressappoco nello stesso periodo in cui Leonardo da Vinci sviluppava il sistema di dimensioni basato sulle proporzioni del corpo umano (utilizzato anche in architettura), gli artigiani e i costruttori giapponesi
standardizzarono le dimensioni dei tatami.
Conformemente con - ma indipendentemente da - gli studi di Leonardo da Vinci, la dimensione del tatami è strettamente legata al corpo umano e corrisponde allo spazio occupato da una persona sdraiata:
le misure più frequenti sono 90x180cm e 85x180cm, ma possono variare in base alla provincia del Giappone.
Esistono anche i mezzi tatami, che sono di 90x90cm o 85x85cm e che consentono di disegnare stanze con le stesse proporzioni di quelle tradizionali.
Il tatami è un prodotto fatto principalmente con paglia di riso.
Di per sé, la paglia di riso non costituisce alimento per alcun tipo di acaro o insetto, tuttavia la polvere e la nostra stessa epidermide si possono depositare sui tatami e diventare "cibo" per acari e insetti.
È necessario pertanto passare l'aspirapolvere sui tatami ed arieggiarli spostando il materasso, con cadenza mensile.
Per la pulizia o l'eliminazione di eventuali acari o insetti, si consiglia di pulire il tatami con un panno umido imbevuto di acqua e aceto - diluito 1 a 5 - o di spruzzare dell'antiparassitario ecologico a base di piretro e poi lasciar arieggiare il Tatami per una buona giornata , (suggeriamo quindi di fare l'operazione un giorno di sole). L'operazione potrebbe dover essere ripetuta più volte fintanto che gli insetti non spariscono
Il materasso appoggiato sul tatami va arieggiato con maggiore frequenza (almeno una volta al mese) per evitare i ristagni di umidità che possono verificarsi nei mesi più piovosi o prodotti dalla nostra sudorazione.
La procedura consigliata è:
Un difetto di conformità del bene che si verificasse a seguito della mancata osservanza di queste istruzioni non potrà essere imputato a Cinius Srl e non potrà dare luogo ai rimedi della risoluzione
del contratto, della riduzione del prezzo e della sostituzione o riparazione del bene.
N.B. Si ricorda che i Tatami sono prodotti naturali in paglia di riso. Proprio in ragione di questa loro caratteristica possono emanare un odore che ricorda quello della paglia per i primi mesi. Se questo aspetto dovesse per qualsiasi motivo rappresentare un problema, il nostro consiglio è quello di indirizzare la propria ricerca su Tatami Lite o Tatami Legno.
Alcuni cenni storici consentiranno di comprendere meglio l'evoluzione del tatami nel corso dei secoli e il suo affermarsi come simbolo della tradizione giapponese.
Il primo utilizzo dell'antenato del tatami è datato intorno al periodo Nara (710-784) ed è da attribuirsi all'imperatore Shomu, il quale utilizzava una stuoia di paglia per dormire.
Tuttavia, soltanto a partire dalla seconda metà del periodo Heian (794-1185) si diffuse l'usanza, soprattutto in presenza di ospiti illustri, di stendere delle stuoie rotonde - dette Enza - per sedersi;
successivamente e fino al XV secolo, si ricorse a stuoie lunghe - dette Goza - per dormire.
Il nome Tatami, già in uso nel periodo Heian (794-1185), all'epoca indicava stuoie che si potevano ripiegare ed impilare: l'origine del nome Tatami deriva infatti dal verbo "tatamu",
che significa appunto "impilare".
Fu soltanto nel periodo Muromachi (1336-1573) che venne introdotto l'uso di steli di giunco igusa per intrecciare i tatami, specificamente nel feudo di Bingo.
Per lungo tempo, i feudatari locali cercarono di tenere segreta la tecnica di produzione dei tatami, pertanto la loro diffusione anche nelle abitazioni della gente comune giungerà soltanto nel periodo
Meiji (1868-1912).
È proprio in questo periodo che il tatami assume le caratteristiche moderne e si diffonde in ogni ordine sociale: la stuoia dell'imperatore in tatami diviene il pavimento delle case più umili,
l'antica seduta "Enza" evolve nel moderno cuscino imbottito "Zabuton" (tuttora utilizzato nella Meditazione Zen), la tradizionale stuoia per dormire "Goza" si trasforma nel celebre materasso giapponese "Futon" (vedi).
La diffusione del tatami nella cultura giapponese è ora assolutamente universale: abitazioni della gente più povera, case della bassa e media borghesia, dimore dei nobili, edifici religiosi, templi e monasteri (buddisti e scintoisti).
Inoltre, è entrato anche in alcuni contesti occidentali, come le arti marziali: in questo caso, i tatami sono solitamente in materiali plastici e presentano una bordatura particolare, adatta ad incastrarli
fra loro.
Il tatami ha resistito straordinariamente agli attacchi della modernizzazione, la quale ha stravolto i canoni costruttivi, gli arredi e gli spazi.
I giapponesi cercano tuttora di mantenere intatta questa tradizione, solitamente allestendo almeno una stanza con i tatami, che attraverso il loro inconfondibile e gradevole profumo e il loro colore tenue
contribuiscono a dotare l'abitazione di una rilassante oasi di serenità.
L'utilizzo dei tatami è consigliato a tutti coloro che vogliono un angolo di pace e che vogliono riacquisire la piacevolezza di camminare a contatto con la Natura, accrescendo al contempo l'estetica ed
il comfort dell'abitazione.
La crescente attenzione da parte degli architetti nel rendere la casa un ambiente vivo ed aperto rende la scelta del tatami quasi un obbligo: un elemento cardine nella progettazione degli spazi, sia dal punto di vista dei materiali, sia delle misure, sia dell'economicità.
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